TRENTO VIRTUALE
Cappella Vantini (via delle Orne)
Indossa il visore ed entra in una macchina del tempo! Potrai scegliere tra 4 percorsi alla scoperta di atmosfere lontane e luoghi inaccessibili o poco conosciuti di Trento, accompagnati da illustri personaggi dell'epoca che ti racconteranno, in modo istruttivo ma divertente, aneddoti e curiosità. Sconsigliato ai minori di anni 8 e alle persone con deficit sensoriali. Lo spazio è accessibile anche a persone con disabilità motorie (ingresso dal cortile interno di palazzo Thun). Ingresso gratuito, senza prenotazione.
Da martedì 17 giugno per tutta l'estate con il seguente orario:
lunedì chiuso - martedì-venerdì 15-19 - sabato e domenica 10-13 e 14-19. Ultimo ingresso alle ore 18.45.
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L’ingresso dell’Orrido si trova lungo la strada (Via Valsugana – Trento) che connette Trento alla SS47 della Valsugana, accanto al Ristorante “La Gnoccata".
Un profondo canyon scavato dalle acque tumultuose del Torrente Fersina...
L’Orrido di Ponte Alto, a pochi minuti dalla città di Trento, è un luogo dove la natura e le opere dell’ingegno umano si fondono in un unicum stupefacente. Il percorso si snoda nella profonda gola scavata dalle acque del torrente Fersina, raggiungendo la cascata di Ponte Alto, che precipita sopra l’omonima Serra.
La visita dura 45 minuti ed è guidata da un operatore esperto che saprà raccontare la storia dell'Orrido in modo avvincente anche ai bambini e alle bambine.
Il percorso è molto semplice, purtroppo non accessibile in carrozzina a causa di scalini e spazi ridotti. Da considerare la presenza di balconi esposti e di passaggi stretti che possono creare qualche disagio a chi soffre di vertigini o claustrofobia. È in buona parte coperto per cui la visita si effettua anche in caso di pioggia (non serve abbigliamento particolare: scarpe da ginnastica e k-way). Il sito non dispone di servizi igienici e gli spazi per l’attesa del proprio turno sono limitati. Non ci sono divieti di accesso per i cani, che devono comunque essere tenuti al guinzaglio, considerando gli spazi stretti e le numerose grate che guardano nel vuoto.
PRENOTAZIONE GRUPPI (di oltre 15 persone) scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. almeno 10 giorni prima della data ipotizzata proponendo il giorno (anche infrasettimanale), l’ora e specificando il numero dei partecipanti (80 euro a gruppo max 25 persone). Agevolazioni per le scuole del territorio dell'Ecomuseo. Un'eventuale disdetta va comunicata almeno 7 gg prima.
Tutta l'estate da mercoledì a domenica:
per la prenotazione delle visite (a pagamento), gli orari ed ulteriori info visita il link https://ecoargentario.it/orrido-di-ponte-alto/
per scaricare la brochure vai al link https://ecoargentario.it/le-opere-idrauliche-sul-torrente-fersina/
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SEBASTIAO SALGADO:
Installazione Specific Site
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FOOD SOUND.
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LA MEDUSA.
BUGS' LIFE.
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VERSI IN FORMA 2025
Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Telefono: 0461-415149
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MOSTRA “29 MESI DI COMBATTIMENTI SULL’ISONZO”
Realizzata dal Museo di Caporetto (Kobariški Muzej) Slovenia
Sarà inaugurata il prossimo sabato 12 luglio alle ore 15, presso il Museo Nazionale Storico degli Alpini, sul Doss Trento ( Via Brescia, 1, 38121 Trento TN ), la mostra dal titolo “29 mesi di combattimenti sull’Isonzo”.
L’esposizione è stata resa possibile grazie ad una collaborazione internazionale con il Museo di Caporetto (Kobariški Muzej) con sede in Slovenia ed in particolare dalla curatrice della mostra, la Sig.ra Mojca Dobravec che sarà presente all’inaugurazione. I pannelli espositivi illustrano in maniera cronologica i combattimenti avvenuti durante la Prima Guerra Mondiale sul fronte Isontino, dal Monte Rombon fino al Mare Adriatico, presentando inoltre gli avvenimenti che hanno portato allo scoppio del conflitto.
La mostra gratuita sarà visitabile dal 12 luglio fino a domenica 5 ottobre negli orari di apertura del Museo.
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AULA DEL SIMONINO
Un luogo in cui ascoltare una storia del 1475, che ha molto da insegnare ai cittadini di oggi e di domani
L'aula, situata all’interno di Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro di Trento, è stata lasciata in eredità al FAI nel 2018 da Marina Larcher Fogazzaro. L’Aula del Simonino, finora nota come Cappella del Simonino, situata all’interno di Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro, in Via del Simonino, nel centro storico di Trento, è stata donata al FAI da Marina Larcher Fogazzaro nel 2018, perché fosse restaurata e valorizzata. Dopo i primi lavori di restauro, dapprima sulla facciata del Palazzo, scoprendone così le finestre quattrocentesche e restituendo colore e leggibilità alle figure e alle iscrizioni dipinte nel Settecento, la Fondazione ha riallestito lo spazio interno per realizzare un progetto di valorizzazione culturale inedito e originale, che consiste in un “racconto sonoro” dedicato alla vicenda del piccolo Simone da Trento. Il pubblico, seduto su panche lignee come quelle di un coro, ascolterà in cuffie wireless, concepite per offrire un audio di elevata qualità, una narrazione di circa 20 minuti, informativa, didattica, ma anche di grande suggestione e con particolare effetto immersivo, ideata e curata dal FAI, affidata alla voce dell’attrice trentina Daria Deflorian e prodotta da Chora Media.
L'Aula è accessibile solo con ingressi ad orari definiti e la visita consiste in un audio racconto di circa 20 minuti.
Prenotazione obbligatoria. L'Aula del Simonino è aperta al pubblico con i seguenti orari:
Da venerdì 14 febbraio 2025 a domenica 6 gennaio 2026
Dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.00).
Ingressi su turni, secondo i seguenti orari (massimo 25 persone per turno): 10.15 / 11 / 11.45 / 12.30 / 14.45 / 15.30 / 16.15 / 17
Dal 6 giugno, tutti i venerdì estivi orario prolungato con chiusura del Bene alle ore 20.
Ingressi su turni, secondo i seguenti orari (massimo 25 persone per turno): 10.15 / 11 / 11.45 / 12.30 / 14.45 / 15.30 / 16.15 / 17 / 17.45 / 18.30 / 19.15
Prezzi biglietti: Iscritti FAI: gratuito, Intero: 5,00 € , Ridotto 6-18 anni e Studenti 19-25 anni: 3,00 € , Ridotto 0-5 anni: gratuito , Residenti nel Comune di Trento (TN): 3,00 € , Persone con disabilità (compreso un accompagnatore, se previsto): gratuito , Possessori Trentino Guest Card: 3,50 €.
Acquista il biglietto online: è sicuro, veloce e senza costi aggiuntivi QUI: https://ticket.fondoambiente.it/events/aula-del-simonino/aula-del-simonino
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Wunderkammer city. A urban collection
Le Gallerie dal 27 giugno al 21 settembre 2025
L’esposizione ripercorre undici anni di attività del collettivo Museo Wunderkammer attraverso azioni urbane, performance, installazioni e progetti di ricerca che intrecciano arte, spazio pubblico e memoria condivisa.
Museo Wunderkammer (MWK) è un progetto ideato da Luca Bertoldi e Giusi Campisi, con il coinvolgimento di un ampio gruppo di collaboratori e collaboratrici, e si propone come riflessione critica sulle rappresentazioni culturali e sui rapporti di potere che le sostengono. Attraverso la costruzione del “museo” come dispositivo artistico e performativo, MWK mette in scena un cortocircuito tra istituzione e città, tra politiche territoriali e immaginari soggettivi, sfruttando l’ambiguità e le potenzialità della partecipazione.
Il titolo della mostra “Wunderkammer City” intende mettere a fuoco piuttosto il metodo d’intervento del collettivo artistico nell’urbano in termini di opera-collezione. Se la Wunderkammer, nelle sue configurazioni seicentesche, è una raccolta di rarità, del meraviglioso e dell’esotico, qui a Trento abbiamo a che fare con tutto ciò che si trova sotto le pieghe dell’ordinario, del vissuto e della sua proiezione immaginaria. Come nella Wunderkammer abbiamo a che fare con l’eteroclito e l’irregolare, anche qui incontriamo materiali d’archivio rimasti allo stato di utopia, altri in cerca di riscatto, rovine di vite singolari, relazioni plurali tra istituzioni e genere, istituzioni e lavoro, paesaggi inediti.
Per questo motivo, la mostra si sviluppa attorno a tre grandi filoni tematici che restituiscono la complessità e la stratificazione del lavoro collettivo svolto in questi anni.
Il primo nucleo, Cartografie dell’urbano (Eventi, immaginari e luoghi), esplora il rapporto tra arte e città, mettendo in luce come azioni partecipate e pratiche condivise abbiano contribuito a costruire un museo dal basso, alimentato dal coinvolgimento attivo delle e dei cittadini. Questo processo ha dato vita a un archivio digitale di immaginari urbani, consultabile su museowunderkammer.it, che documenta la relazione viva tra abitanti e territorio.
Il secondo nucleo, Wunderkammer (Mirabilia dell’ordinario), si concentra sulla riflessione critica sul museo come istituzione culturale, interrogando la sua funzione, la sua estetica e i meccanismi di potere che ne regolano la narrazione.
Infine, il terzo nucleo, Archivio (Memorie rimosse e presenti inediti), propone un archivio della memoria sommersa della città di Trento, recuperando episodi dimenticati degli anni ’70 attraverso installazioni, video e azioni artistiche. Questi interventi hanno permesso di riportare alla luce vicende marginali o rimosse, attualizzandole attraverso linguaggi contemporanei e atti simbolici che uniscono passato e presente.

La via del Brennero. Il viaggio dalla Mitteleuropa al Mediterraneo
Le Gallerie dal 11 aprile al 21 settembre 2025.
Con il progetto espositivo “La Via del Brennero”, Fondazione Museo storico del Trentino e Autostrada del Brennero Spa, in collaborazione con la Fondazione Ing. Lino Gentilini, intendono promuovere una riflessione sul significato della costruzione dell’opera viabilistica come motore di sviluppo per il territorio, nel più ampio contesto culturale che vede il valico del Brennero al centro di una storia millenaria.
Abbracciando una visione di ampio respiro, il percorso espositivo si concentra su alcune macro-aree – “La Via del Brennero”, “Infrastruttura”, “Viabilità”, “Società” e “Green Corridor” – puntando l’attenzione non soltanto sulla viabilità del presente e del passato ma anche e soprattutto su quella del futuro.
Al centro del discorso l’Arco alpino come spazio intra-europeo, terra di passaggio e terra di confine, paesaggio dell’abitare e paesaggio dell’attraversamento. Dialogano in questo senso la storia degli insediamenti umani nelle Alpi, da un lato, e la storia dei sistemi di viabilità e trasporto in Europa, dall’altro, protagonisti differenti di un’unica narrazione.
In Galleria sono presenti ampie selezioni di immagini, video, oggetti, testi e alcune interviste che permettono di scoprire il significato della mobilità di ieri, di oggi e di domani. Si passa così dai temi posti dalla costruzione, come le audaci e innovative soluzioni adottate con i viadotti per superare le strette vallate alpine, alle sfide del futuro. Transizione ecologica, digitalizzazione e intermodalità sono i pilastri attorno cui ruota la trasformazione dell’asse del Brennero nel primo Green Corridor d’Europa, ben riassunti nelle immagini, suoni e parole di una installazione multimediale curata da Bluemotion.
L’iniziativa è realizzata in occasione dei cinquant’anni dall’apertura dell’ultimo tratto dell’Autostrada, quando, nel 1974, i 314 chilometri dell’A22 diventarono interamente percorribili dal Brennero a Modena.
Nello stesso anno, il 1974, venivano aperti al traffico anche i due tunnel stradali della tangenziale di Trento – dove è allestita la mostra – riconvertiti nel 2008 nello spazio espositivo de Le Gallerie.
Orari: Da martedì a domenica, ore 10.00-18.00 .Lunedì chiuso.Ingresso libero
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Trentino Unexpected
Mostra - da sabato 12 lug 2025 | a domenica 09 nov 2025
Nato dalla collaborazione tra Trentino Marketing e Gribaudo, alla cui chiamata ha risposto con entusiasmo il Mart di Rovereto, Trentino Unexpected è un grande progetto culturale.
L'omonimo volume fotografico, tra più i prestigiosi mai pubblicati da Gribaudo, diventa una grande mostra con fotografie in grande e grandissimo formato che descrivono il Trentino nelle sue numerose sfaccettature.
Dai boschi ai castelli, dai ghiacciai ai vigneti, il Trentino contiene paesaggi e storie, natura e attività produttive, panorami e relazioni.
Per raccontare questa complessità, sono stati invitati sei noti professionisti della fotografia, dall’arte al reportage, passando per il fotogiornalismo:
Simone Bramante, Francesco Jodice, Gabriele Micalizzi, Roselena Ramistella, Massimo Sestini, Newsha Tavakolian.
A loro il compito di restituire, con libertà e attraverso la propria cifra stilistica, il proprio punto di vista sul Trentino.
La curatela, sia del volume che della mostra, è stata affidata al critico fotografico Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia e del Festival della Fotografia di Bibbiena, autore di saggi e cataloghi sul linguaggio delle immagini.
Il percorso espositivo si snoda attraverso 86 fotografie, suddivise in 6 sezioni, una per autore.
Per sottolineare l’originalità del lavoro di ciascuno, ogni sezione è diversa: si passa dai medi formati alle gigantografie, attraverso quadrerie, dittici, display tradizionali o più innovativi. Nel riconoscimento di punti di vista profondamente personali e diversi, si compone un racconto composito.
Distante dagli stereotipi e dalle cartoline, Trentino Unexpected descrive i luoghi, dà voce alle persone, si sofferma sui cambiamenti sociali, sulle radici identitarie, sui valori della terra. All’ingresso della mostra, alcuni stendardi annunciano le key word del progetto: confini, verticalità, autenticità, cura e impronta.

Il Mart conferma la sua attenzione per i linguaggi del contemporaneo, ampiamente esplorati e promossi attraverso i progetti realizzati alla Galleria Civica di Trento, e presenta la prima mostra museale dedicata alla giovane artista veneziana Barbara De Vivi.
Nata nel 1992 e formatasi all’interno dell’Atelier F dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, De Vivi predilige una pittura figurativa, mettendo in relazione motivi iconografici tradizionali con istanze personali.
Nel suo universo, intimo e potentemente risonante, la pittura e il disegno diventano strumenti di indagine psicologica ed esplorano le complesse dinamiche dell’identità, del corpo, delle relazioni affettive. Al centro il rapporto con la sorella, figura emblematica che si manifesta nelle opere come sdoppiamento, eco visiva e concettuale dell’artista stessa. In questo modo, De Vivi si cimenta con un tema, quello del doppio, profondamente radicato nella storia dell’arte e della psicanalisi, proponendone una nuova e personale interpretazione.
In mostra sono raccolte oltre 40 opere, tra cui molte realizzate per l’occasione. Tra i lavori esposti, anche delle preziose carte inedite di grandi dimensioni.
L’immagine guida del progetto proviene da un’ampia serie su carta di piccolo formato, confluita nel ciclo Disegni dall’archivio (2024/2025), e ritrae due sorelle gemelle che si abbracciano. Qui, come in altre opere presenti nel percorso espositivo, è evidente la riflessione sul tema del doppio come strumento formale per proiettare sé stessi su un altro soggetto e creare un punto di vista esterno su dinamiche umane, stati emotivi e psicologici.
La mostra è accompagnata da un catalogo di prossima pubblicazione edito dal Mart, con i contributi dei curatori Gabriele Lorenzoni e Carlo Sala e un saggio della storica dell’arte Miriam Rejas Del Pino.- Prezzo Intero 2 €
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“Nebojša Despotović. Tutte le nostre vite”
GALLERIA CIVICA TRENTO DAL 19/07 AL 05/10/2025
Quella di Despotović è una pittura intimista, familiare, introspettiva.
Negli ultimi anni l’artista serbo ha messo da parte i giganteschi archivi di immagini che a lungo hanno ispirato il suo lavoro, per rivolgersi alla realtà più prossima, al quotidiano.
È proprio la produzione più recente a costituire il percorso della Galleria Civica di Trento, a cura di Gabriele Lorenzoni e Daniele Capra. In mostra 14 lavori realizzati negli ultimi anni e mai esposti prima a cui si aggiunge un ampio polittico monumentale prodotto per l’occasione: Nel giardino della mia vita, costituito da quattro grandi pannelli pittorici. Qui l’artista abbandona i colori sintetici, anti-realistici, e la pittura materica tanto presente nella sua opera e vira sui toni del seppia, del bianco e nero. Al contrario, non cambia la costruzione compositiva inquieta, scomposta.
I soggetti ricorrenti degli ultimi anni sono i membri della propria famiglia: la mostra, concepita come un continuum emotivo e intellettuale, racconta il passaggio – non lineare – tra il lutto per la recente perdita della madre e la vita condivisa con la sua famiglia. Questo doppio asse temporale e affettivo – passato e presente, madre e figlie – non viene rappresentato come un semplice confronto di epoche, ma come una stratificazione complessa di identità e di sguardi sul mondo.
La mostra è accompagnata da un catalogo di prossima pubblicazione edito dal Mart, con i contributi dei curatori Gabriele Lorenzoni e Daniele Capra e un dialogo tra l’artista e la giornalista Marina Lalović, Rainews24.
- Prezzo Intero 2 €
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Realismi Magici
Pyke Koch e Cagnaccio di San Pietro
Mostra - da sabato 12 apr 2025 | a domenica 31 ago 2025
A cento anni dalla nascita del Realismo Magico (definizione coniata dal critico d’arte Franz Roh nel 1925), il dialogo tra Pyke Koch e Cagnaccio di San Pietro illustra due tra le sue più affascinanti declinazioni, documentandone la diffusione a livello europeo.
Curata da Beatrice Avanzi, Realismi Magici nasce da una felice intuizione del presidente Vittorio Sgarbi, che ha spesso proposto confronti anche arditi tra artisti e periodi diversi. Allo stesso tempo, approfondisce l’indagine sul Realismo Magico e sulle vicende dell’arte del primo Novecento a cui la ricerca scientifica del Mart si è più volte dedicata.
Per il pubblico italiano la mostra ha il valore della scoperta.
Il Mart presenta infatti, per la prima volta in Italia, l’opera del neerlandese Pyke Koch, attraverso 31 dipinti straordinari (che corrispondono a un quarto dell’intera produzione dell’artista) provenienti da alcuni tra i principali musei dei Paesi Bassi che con generosità hanno collaborato al progetto.
A Rovereto le opere di Koch dialogano con una settantina di pitture e disegni di Cagnaccio di San Pietro.
In un percorso cronologico e tematico la mostra evidenzia i punti in comune tra i due, all’interno dei rispettivi percorsi, distinti e profondamente originali. Entrambi, infatti, diedero vita a un realismo rigoroso, di straordinaria abilità tecnica, ispirato alla lezione dei maestri del Quattrocento, in particolare di area nordica. Sia Koch che Cagnaccio prediligono la rappresentazione di persone e ambienti umili, ma descrivono i contesti sociali in modo diametralmente opposto. Mentre Cagnaccio si identifica, empatizza, soffre con i più umili, Koch è ironico, meno accondiscendente e quasi sprezzante.
Il confronto, quindi, sottolinea le similitudini tra gli aspetti estetici di due artisti per alcuni versi lontanissimi: al di là delle ovvie differenze date dalla provenienza e dalla formazione in contesti geografici e sociali distanti, Koch e Cagnaccio, che mai si incontrano, sono quasi agli antipodi per le posizioni politiche e il carattere. Vicino al nazismo Koch, antifascista Cagnaccio.
Entrambi autodidatti, seppur attraverso lenti di diverso colore, propongono una simile visione, cruda e diretta. Nelle loro opere la realtà è così reale da essere improbabile, a tratti persino inquietante. In questo senso incarnano perfettamente la poetica del Realismo Magico nell’ambito dello stesso clima internazionale
- Prezzo Intero 15 €, ridotto 10 € (biglietto unico per tutte le sedi del Mart)
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Per tutte le genti
Intorno alla Campana dei caduti di Rovereto
Mostra - da venerdì 11 lug 2025 | a domenica 26 ott 2025
L’ideazione e la realizzazione della Campana dei caduti di Rovereto portano il segno di Antonio Rossaro (Rovereto, 1883 – 1952), sacerdote irredentista, direttore della Biblioteca civica dal 1921, promotore instancabile di un culto civile dedicato alla memoria delle vittime e alla narrazione di una nuova e vittoriosa appartenenza del Trentino all’Italia: a tali temi si ispira la decorazione a bassorilievo della Campana, opera dello scultore Stefano Zuech (Arsio, 1877 – Trento, 1968).
Il cugino di Rossaro, Giorgio Wenter Marini (Rovereto, 1890 - Venezia, 1973), celebra nelle sue litografie la fusione del bronzo – ricavato dai cannoni di nove nazioni che avevano preso parte alla Grande guerra; il trasporto da Trento a Rovereto; l’innalzamento sul bastione Malipiero, nel castello diventato Museo della guerra.
La Campana è soggetto che ricorre anche nell’opera grafica di Luigi Ratini (Trento, 1880 - 1934) e di Giovanni Tiella (Villasanta, MI, 1892 − Rovereto, TN, 1961).
La Campana entra inoltre a far parte del paesaggio nell’acquaforte di Roberto Iras Baldessari (Innsbruck, 1894 − Roma, 1965), mentre diventa simbolo emergente della città nelle opere di Fortunato Depero (Fondo, 1892 − Rovereto, 1960).
Nel secondo dopoguerra, in vista di una terza rifusione della Campana e del suo spostamento sul colle di Miravalle, si apre una nuova stagione creativa. Vengono indetti concorsi per l’erezione di un monumento (1962, 1963−1964), cui partecipano architetti e ingegneri, anche di rilevanza nazionale, come accade per lo Studio Valle di Roma o nel caso di Luciano Baldessari (Rovereto, 1896 – Milano, 1982). È il progetto di quest’ultimo, presentato con il motto “Per tutte le genti”, a vincere, nel 1964, il concorso di II grado: il modello viene fotografato da Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973). L’autore descrive il suo progetto parlando di un castello campanario che sorge da uno specchio d’acqua, mentre “una gigantesca conchiglia verso monte riflette in direzione della valle il suono”. In un alternarsi di polemiche fra istituzioni, incertezze della committenza, carenze economiche, l’opera non verrà mai realizzata, mentre ancora una decina di anni più tardi c’è chi – come Gian Leo Salvotti (Trento, 1931) − avanza nuove idee per un monumento.
“Per tutte le genti” − augurio di pace universale − è il titolo scelto per presentare la documentazione esposta: attorno al progetto di Baldessari si è concentrata anche l’attenzione di giovani studiosi e studiose dell’Università di Trento (Federico Casagrande, Giada Melodia, Valentina Avancini) nell’ambito del progetto Ecoltura. Per un’ecologia della cultura (coordinato da Giovanna A. Massari, Lucia Rodler, Cristiana Volpi), che hanno lavorato recentemente sulla figura dell’architetto roveretano, e che in ottobre presenteranno gli esiti delle loro ricerche.
- Prezzo Intero 15 €, ridotto 10 € (biglietto unico per tutte le sedi del Mart)
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Li Yongzheng
Nel profondo di questo deserto
Mostra - da sabato 12 apr 2025 a domenica 21 set 2025
Da un’idea di Vittorio Sgarbi e di Silvio Cattani, a cura di Giosuè Ceresato, viene presentata a Rovereto la prima mostra italiana dell’artista contemporaneo Li Yongzheng, nato nel 1971 a Bazhong, un villaggio della provincia rurale dello Sichuan.
Multimediale, attuale, a tratti disturbante, l’opera di Li Yongzheng interseca diverse discipline: dalla performance, alle installazioni, dal video alla pittura. L’intenzione è quella di coinvolgere il pubblico, di favorire il pensiero, di raccontare al mondo le trasformazioni sociali e culturali della Cina contemporanea, di segnalare possibili nuovi marcatori della storia. Tutti i lavori partono da un’approfondita analisi dei contesti, delle radici culturali e dei luoghi in cui vengono realizzate. Attraverso l’azione artistica, Li Yongzheng osserva e descrive il presente, dai singoli episodi ai macro-temi.
Dal punto di vista estetico la poetica di Li Yongzheng condivide spesso le soluzioni della Post-Internet Art, con l’utilizzo di Internet come strumento contemporaneo per la realizzazione delle opere, e i principi dell’Estetica relazionale, con il coinvolgimento attivo del pubblico nell’azione creativa o nella fruizione.
La mostra di Rovereto, negli ampi spazi del secondo piano del Mart, presenta 21 lavori tra installazioni multimediali, dipinti, fotografie e una grande opera spaziale che si sviluppa lungo l’intero percorso espositivo.
Quello del deserto è un tema ricorrente nell’opera dell’artista, sia che si tratti di un vero e proprio deserto di dune e sabbia, che di un deserto emotivo, interiore. Ne è un esempio la serie di video Borders, realizzata tra il 2015 e il 2020 nella regione autonoma dello Xinjiang nell’area occidentale della Repubblica Popolare Cinese, in risposta a episodi di odio di matrice nazionalista. Le caratteristiche antropologiche di quest’area sono direttamente collegate, nella lettura di Li Yongzheng, alle maestosità del paesaggio, caratterizzato da deserti, canyon e distese di ghiaccio. La natura diventa quindi uno strumento per comprendere la società, la cultura e l’umanità.
I video Yes, Today e Death Has Been My Dream for a Long Time, invece, sono ambientati rispettivamente nell’area rurale del Liangshan e sulle spiagge nei pressi di Tientsin. I profondi drammi che subiscono i bambini protagonisti di queste opere vengono affrontati con grande empatia e sublimati attraverso gesti carichi di ritualità.
Definito dal critico francese David Rosenberg l’artista dei grandi deserti, Li Yongzheng usa spesso elementi naturali simbolici, come la cera e il sale dell’Himalaya, per affrontare temi complessi legati alle tensioni culturali e alle dinamiche politiche.
Nel cortocircuito che si crea tra la bellezza delle opere e le contraddizioni di cui l’indagine di Yongzheng si nutre, emergono denunce che sono promesse inattese: l’artista è infatti convinto che l’arte, in quanto gesto politico, inneschi dibattiti e favorisca il cambiamento. Con profonda sensibilità, il lavoro di Yongzheng attiene alla realtà, denuncia la cronaca, disvela le storie, con l’ambizione di fornire prospettive alternative.
Apparentemente pessimista e disilluso, è un inno di speranza.
- Prezzo Intero 15 €, ridotto 10 € (biglietto unico per tutte le sedi del Mart).
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